Non affidare alla leggera la tua salute mentale.
Uno sfogo, una catarsi.
Questo è uno sfogo, forse una illusoria catarsi, è la mia voglia di liberarmi, serve a me ad alla mia salute mentale.
Ecco perchè i fatti e le persone di questa vicenda sono REALI e REALMENTE accaduti, i nomi ovviamente sono omessi e non riportati solo per tutelarmi da eventuali e plausibili querele.
…come si fa con le margherite
Si parla tanto di Salute Mentale, se ne parla ovunque, anche dove si potrebbe benissimo evitare, ci hanno instaurato i Bonus che poi se li vai a guardare bene non valgono un fico secco, ci fanno gli spot pubblicitari e le iniziative benefiche e poi succede che colui o colei a cui hai scelti di affidare la tua, la calpesti, la dilani e la distrugga proprio come si fa con le margherite in un prato camminandoci sopra a cuor leggero.
Non ho troppa voglia di soffermarmi sulla mia storia, anche se forse sarebbe necessaria per capire meglio la vicenda; per farla breve soffro di ansia ed attacchi di panico e tutto ciò che ne consegue da almeno una decina di anni.
Cambio di idea
Dopo aver provato varie tipologie di terapie con psicologhi, psicoterapeuti, anche psichiatri ed essermi trovata sempre a battere delle dentate assurde avevo maturato la convinzione che è bene tirare avanti e convivere con questo genere di malessere alla stregua del: “non hai nessuna mancanza fisica, alzati e cammina!”.
Poi arriva il Covid-19 e quello che fino a quel momento ero riuscita a tenere sopito torna ruggente alla ribalta e dopo quasi due anni di alti e bassi, in seguito ad una caduta più violenta mi convincono tornare da un terapista.
La volta della Psicanalisi
A ‘sto giro è la volta della Psicanalisi, e al grido di “Freud uno di noi!” , inizio, molto reticente, ad andare in terapia, ad accettarle e con uno sforzo immane mi apro, consegno la mia storia, il mio vissuto, anche le vicende più personali ed intime, mi Affido con la A maiuscola.
Il prezzo da pagare oggi per stare bene domani
Questo “Affidarsi” è per me scoperchiare il vaso di Pandora: prima e dopo ogni incontro precipito, ferite si aprono, altre si riaprono tanto è che l’estate cado in una, non gravissima, ma comunque diagnosticata depressione.
Mi dicono: ” é il prezzo da pagare oggi per stare bene domani” e con un marito unico a fianco affrontiamo anche questa, teniamo botta e ci proviamo a rialzare, e ci riusciamo perchè noi ci rialziamo sempre! Anche se dolorosa, profondamente dolorosa, non interrompo la psicanalisi.
Sto male prima e dopo ogni incontro con il terapista: insonnia, diarrea, rush cutanei, eccessivo sonno, apatia… attraverso tanti stadi che non emotivamente ma anche fisicamente mi segnano; ma continuo, stoicamente continuo.
Una che viene dalla campagna
A quasi un anno di trattamento con eventi personali che mi mettono in crisi quali la malattia di mia nonna, in lacrime chiedo disperata quando inizierò a percepire un miglioramento e mi viene risposto:
“Questa è una domanda che potrebbe farmi una persona che viene dalla campagna” – come se poi venire dalla campagna fosse qualcosa di cui vergognarsi.
Perchè io accolta nella cerchia degli eletti ammessi al salotto dell’illuminazione, in preda alla disperazione del momento e dopo un anno di sofferenza mi sono permessa di chiedere, ho osato cercare lo spiraglio di luce, un qualche risultato , perchè per chi come me viene dalla campagna, filosofeggiare è bello ma poi quello che contano sono i fatti, che ora vi racconto, come vedrete, non sono tardati ad arrivare.
Dopo avermi detto che io “da manuale sarei una da trattare ben 3 volte alla settimana“… Ok, io smetto di vivere per andare in psicanalisi per vivere meglio, perfetto non fa una piega.
Stavo malissimo, occhi pianti, sudore ghiacciato esco dalla terapia e mi dispero con il mio marito perché sarei dovuta tornare ad un altro incontro di lì a breve distanza dall’ultimo.
Occhi Pianti, ma si va avanti
A questo punto la formula magica, mio marito mi dice “Ora ti dico io cosa devi fare: chiami e dici che non ci vai più!”. Seguo il suo consiglio (o meglio ordine) e annullo gli appuntamenti: la sensazione di leggerezza e felicità mi pervade, era più di un anno che non provavo quella sensazione vivida in quel modo.
Ed ora vengo alla parte del dilavamento: il professionista mi lascia con un “Ok, ci risentiremo dopo” ed io sono sempre convinta dell’utilità e ci voglio tornare ho solo bisogno di un momento di respiro per poi tornare a lavorarci su.
Poi, improvvisamente crolla tutto, il terapista riferisce che la mia terapia non può finire lì che il sostegno farmacologico che prendo non basta, che per un anno sono andata in cura, senza andare in profondità dei problemi e che non voglio uscire dagli stessi problemi.
La stessa persona da cui dopo anni mi sono sentita accolta e compresa, quella che mi aveva detto: ” Io lo so, forse gli altri no, ma io lo so quanto è grande il suo dolore”.
La stessa persona che ero arrivata a stimare così tanto da regalarle una collana del colore che più ci rappresentava entrambe: il rosa Schiaparelli.
La stessa persona a cui avevo consegnato le chiavi del mio passato, e la mia anima che in un battito di ciglia ha spazzato via tutto, ha brutalmente invalidato tutto ciò che era stato un doloroso percorso.
Lo Sdegno, forse lo Schifo
LO SDEGNO, IL RIBREZZO, la voglia di voler indietro un’estate passata a piangere questo è quello che in primo luogo ho avvertito.
E tutto questo solo perchè volevo momentaneamente prendere respiro, capire quando avrei visto un po’ più rosa.
Allora, non mi resta altro che salvaguardare quello che di buono posso aver compreso ed appreso e lasciar andare tutto il resto, pensare che le personae possono essere cancellate e che la nostra salute mentale la dobbiamo proteggere in primis noi stessi, e capire bene a chi vale la pena affidarsi, visto che io per l’ennesima volta ho sbagliato.