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Vi presento un Assassino silenzioso

Tra le tante accuse mosse alla plastica, ai motori Diesel, all’ allevamento intensivo, passa in sordina un vero e proprio “assassino silenzioso” che si aggira ormai quasi da un secolo indisturbato tra di noi…

Oggetto Cult, simbolo di rivoluzione, di emancipazione e colpevole proprio come un assassino: il Denim ed in particolare il Jeans, il prodotto più realizzato in questo tessuto.

Non vi starò a raccontare quelle solite storielle sull’ etimologia della parola Jeans che viene proprio da Genova, dei marinai e dei cowboy, ma voglio fornirvi un po’ di numeri a dir poco sconcertanti:

  • 4,5 Miliardi: i paia di Jeans venduti nel mondo nel 2019 (praticamente ogni umano si compra almeno un paio di Jeans all’anno)
  • 9500: i Litri di H2O che occorrono per produrre un jeans (il fabbisogno di H20 dell’intera UE è di 266 miliardi di metri cubi, l’industria tessile per produrre jeans nel 2015 ne ha utilizzati 79)
  • 33kg: la quantità di CO2 immessa nell’atmosfera per produrre un solo paio di jeans (l’equivalente di quella immessa per un viaggio di 1000km in automobile)
  • 10,5 milioni: la quantità di fibre microplastiche rilasciate nell’oceano ogni anno per il lavaggio di materiali sintetici*.

*sintetici: si, piccolo disclaimer tutti i jeans stretch, tutti i denim prodotti dal Fast Fashion sono costituiti da NYLON e POLIESTERE che sono fibre sintetiche e pertanto non riciclabili.

Steven Meisel per VOGUE 2 Agosto 2010
  • 128 miliardi: i dollari che ci si aspetti fatturi il mercato del Denim nel 2023.
  • 5000: le persone che lavoravano (in condizioni di sfruttamento) nell’edificio Rana Plaza (produzione di beni destinati al Fast Fashion in Bangladesh)  quando crollò nel 2013 con finestre e porte sprangate per evitare distrazioni. 1129 furono i morti e 2515 i feriti.
  • 40%: la percentuale con cui è aumentato il consumo di tessuto per ogni individuo dal 1996 al 2019
  • 11kg: il peso del tessuto che ogni individuo getta via ogni anno( vi lascio solo immaginare i danni che può creare la tanto amata moda del Decluttering senza preoccuparsi di che fine facciano i nostri scarti…)
  • : il posto che si aggiudica il Jeans nella classifica dei capi più inquinanti.

A tutto ciò aggiungiamo:

  • la silicosi, malattia che si beccano gli operai mentre eseguono la sabbiatura per invecchiare i jeans
  • la difficoltà a smaltire un materiale che per sua natura nasce per durare a lungo nel tempo
  • la mancante informazione dei media circa la tematica
  • la falsa “democratizzazione della moda” tanto inneggiata dai sostenitori del Fast Fashion

    Steven Meisel per VOGUE 2 Agosto 2010

Acquistare un’ automobile elettrica non sempre è possibile e, parliamoci chiaro, lo stesso vale per una totale messa al bando della plastica che è forse un’utopia, ma scegliere più consapevolmente il prossimo paio di Jeans che andranno ad incorniciare il nostro lato B è sicuramente alla portata di tutti.

Fonti : “L’Alfabeto della Moda” ANDREA BATILLA

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