Rosa Cipria | Bijoux, Collane, Bracciali, Cappelli, Arezzo

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Il colore Nude è una forma di razzismo?

Quando utilizziamo la dicitura “color Nude” è subito chiaro alle tonalità a cui ci riferiamo che sono quelle dei rosa tenui, colori soavi, quasi impalpabili da risultare dei veri e propri passe-partout: sono facilmente abbinabili ad ogni altro look e sono sinonimo di ricercatezza e delicatezza.

E’ così comune riferirsi a queste tonalità con questo termine nel mondo della Moda che non pensiamo, nemmeno per sbaglio che indicare i colori sopra elencati con “Nude” sia se non una forma di razzismo, perlomeno una reminiscenza nemmeno troppo celata di questa brutta storia.

Come ci insegna la Gnoli ed ogni manuale di Antropologia il costume non è altro che un costrutto sociologico-culturale della società e non una semplice leggerezza, e riferirsi al rosa chiaro, con “nude, “color pelle”, come al color carne” per antonomasia non è altro che la testimonianza della supremazia dell’uomo bianco occidentale, prevaricatrice da sempre di tutte le altre culture.

La pelle non è solo rosa, è anche di molte altre tonalità ed il colore (o meglio la sua texture) non è quasi mai tinta unita: acne, pori dilatati, brufoli, smagliature, cellulite, vitiligine, cicatrici…

Nel linguaggio è accettato e consolidato l’uso di Nude ed io stessa a distanza di pochi giorni ho nomenclato la tonalità di ben due varianti colore delle mie collane con questo termine.

Questo mi ha portato poi a fare questa riflessione, il termine nello Shop-Online non l’ho cambiato, ma ho voluto scrivere questo post a prova che forse qualcosa nelle coscienze di tutti noi sta cambiando, e forse in meglio (almeno spero).

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